venerdì 4 settembre 2009

2, 3 settembre - Jacksonville, Florida




Dopo tutti gli avvertimenti sul caldo e l’afa di Georgia e Florida, non mi aspettavo proprio pioggia e temperature basse. Eppure sono tre giorni che non si vede il sole, il pomeriggio e la sera piove sempre e ieri mattina ho pedalato per cinque ore sotto l’acqua battente. Pur essendo su una superstrada, in alcune zone dove il drenaggio non ha funzionato l’acqua arrivava quasi al mozzo delle ruote e pedalare è stato come fare acquabike; a sera ho visto dai telegiornali locali che le inondazioni hanno colpito esattamente la zona che ho attraversato. Lungo la strada mi sono fermato al classico negozio di benzinaio per prendere un caffè caldo e riscaldarmi e ne ho approfittato per fare due chiacchiere col gestore, come ad un rifugio alpino.
Ho passato il confine con la Florida, è l’ultimo. Se ho contato bene, questo è il tredicesimo stato che attraverso: N.Y. State, Vermont, Massachusetts, Connecticut, New Jersey, Delaware, Maryland, Washington D.C.,Virginia, North Carolina, South Carolina, Georgia.
L’itinerario che ho coperto oggi invece è in gran parte sulla costa, in una zona di grande bellezza naturalistica: Fernandina Beach, Amelia Island, Talbot Island: qui la foresta, che ha un sottobosco acquitrinoso e fittissimo, si mescola alle dune di sabbia prima di arrivare al mare. La varietà di flora e fauna è ricchissima, è una zona di nidificazione di trampolieri e rapaci, ma l’animale simbolo è il lamantino, quella specie di tricheco senza zanne che pascola canali e fiumi delle zone paludose e che è a rischio di estinzione. Parchi nazionali e zone protette si susseguono per molti chilometri prima di vedere i segni di civilizzazione di Jacksonville. Per arrivarci, si prende un ferry e si attraversa il Saint Johns River, che la solita Lonely Planet, anzi l’ultimo brandello che mi è rimasto, definisce l’unico fiume al mondo insieme al Nilo che scorre da sud a nord.
A Jacksonville sono ospite per qualche giorno di Oscar e Isabelle, col figlio Gabriel, amici di Bob Mathis di Washington. E’ stato lui, il grande Bob, a contattarli e avvertirli del mio arrivo. Abitano molto fuori dalla città, ma sono a 200 metri dall’oceano, ad Atlantic Beach, e ora che mi avvicino al finale è un gran piacere ritrovare il mare, che avevo lasciato più di un mese fa in Maryland, e fare un pò di ozio balneare.

5 commenti:

  1. Ci siamo , Il Grandissimo Diego , è arrivato !
    Florida a noi
    Diego , ora fai proprio il turista "tutto tondo " , cazzeggia pure con tranquillità assoluta l ob
    biettivo (se è l ultimo ) è stato raggiunto ,ciao Dieghito a vag in tla butegha .wwerther,ciao

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  2. Ciao Diego NICE BOB. da quello cho ho capito ti occorre un interprete/traduttore di francece; eccolo qua! mi offro volontario per il tuo prossimo viaggio, visto che sono padrone della lingua: "PARBLEU" "VIVE LA FRANCE" SAINT HONORE'"" TOUR EIFFEL""PLATINI", insomma per me il francese non ha segreti ,fammi sapere. Sei quasi arrivato alla fine del tuo "TOUR DELLE MERAVIGLIE"; è arrivato finalmente il meritato riposo del "guerriero". Un saluto e un abbraccio a te e una ...stretta di mano a tutte le bellezze che incontrerai in quel paridiso. Bonne chance mon ami ( eh...il frencese!)

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  3. GRANDE Diego
    ti se arrivado alla meta.
    Ma dalle foto che hai fatto c'e' qualcosa che non mi convince, prima fai vedere la mano, che sicuramente non e' che sia messa bene, poi il gatto, ma che fine ha fatto??
    Di la verità te lo sei magnato.

    Ciao mitico.

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  4. Congratulations again caro Diego upon the successful completion of your "tour". That was quite an accomplishment and you can be proud of your efforts in covering the North - South trip of the Eastern US.
    Mio complimenti per tu!

    Robertone

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  5. Hi Diego,
    meriti i complimenti senza alcun dubbio.
    Da questa parte dell’atlantico, seduti davanti al PC, la tua pedalata può essere parsa una cavalcata gloriosa, forse fin troppo facile rispetto a quanto è realmente accaduto sul sellino; ma quei tredici Stati, quei 3000 e passa chilometri te li sei pedalati tu, metro dopo metro (o yard), e altrettanto vale per i 700 km circa che ancora ti separano dal sud della Florida; mica spiccioli…per chi pedala, anche se visti sul monitor si riducono a pochi centimetri.
    Pertanto tieni duro.
    Piuttosto, un sollecitino a Barack è il caso di farlo? La diplomazia non ha ancora prodotto effetti concreti affinché tu possa imbarcarti per Cuba, e tra breve, se nulla accade, o rientri a casa o conservi la fatidica terza bottiglia.
    A presto !!

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