martedì 1 settembre 2009

30, 31 agosto - Savannah






La colazione che prepara Eleanore la mattina della partenza è un pranzo di nozze. C’è di tutto, anche un piatto di polenta che qui si mangia con il formaggio e che, in piena estate e alle 7 della mattina fa uno strano effetto, ma è del tutto nelle consuetudini locali, si chiama cheese grits.
Mi prendo un paio di giorni per visitare Savannah, Georgia. E’ una delle più celebrate città d’America per la bellezza dei suoi palazzi e la sua storia e tutti mi hanno consigliato di farlo. La Lonely Planet la definisce una città sonnolenta e un po’ viziosa, "come una bella donna col viso sporco”, ma di grande fascino per la presenza di splendide case vittoriane, seminascoste dalle grandi querce sempreverdi americane. Questi alberi sono ricoperti da una “barba” di muschio pendente, la Tillandsia, che in realtà è una pianta con radici aeree, e che dà un aspetto vagamente gotico ai quartieri storici della città, un perfetto scenario per un film di Tim Burton.
Ed effettivamente Savannah ha avuto molto a che fare con il cinema; nel tour guidato che ho seguito oggi hanno citato almeno sei o sette film girati qui, tra cui “La signora in rosso”, ma quello che tutti ricordano è “Forrest Gump”, con la scena della scatola di cioccolatini sulla panchina della piazza. Ho fotografato la piazza in questione, Chippewa Square, che è una delle ventuno ancora esistenti in città e la famosa panchina. Ho anche pensato al fatto che a Washington avevo ripreso il Mall, teatro di un’altra scena famosa di questo film e che in fondo anche la traversata dell’America del podista Forrest Gump assomiglia un po’ al mio viaggio; ci sono delle strane analogie tra le due cose, ma per adesso non voglio approfondirle.
Detto questo, e riconosciuta la bellezza di Savannah, bisogna anche dire che l’America è un paese giovane e in continua trasformazione e per un americano l’impatto di una città come questa, con un centro storico di 150 anni pressoché integro, con i vecchi magazzini del cotone restaurati, i viali alberati e le piazze, è quasi sconvolgente, mentre un europeo, abituato da sempre a vivere in mezzo alla storia, potrebbe limitarsi a dire: beh, niente male questa Savannah.

3 commenti:

  1. Ciao Dieghito , come và ,
    vedo che al mattino in Georgia , dalla vecchia Eloanore non si va per il sottile ( polenta formaggio , ...) forse era il caso che tu gli preparassi per completare lo spuntino la tua epica carbonara , sarebbe stato sicuramente un successone .
    Stavo leggendo qualcosa sulla città di Savannah , e complimenti , i tuoi racconti sono ancora piu completi , ( sui film non dicono nulla ), viene indicata la strada I 95 , come molto ombreggiata e bella , passa vicino a Sapelo Island area naturale famosa per le sue paludi salmastre ( attento agli
    allegatori , sono sempre a caccia di cicloturisti ) , e ricordano anche , come ci siano un fottio numero di zanzare , immagino che te ne sarai già reso conto da solo , comunque armati di repellenti da utilizzare in quantita industriali .
    oggi qua da noi , viene inaugurata la 66 edizione del Festival del Cinema a a Venezia , ed ovviamente la tua assenza non è passata inosservata ,creando tra gli organizzatori un po di malumore , ma tutto si è risolto con la promessa che il prossimo anno verrà presentato il film sul BASSITUOR .( facendo sicuramente la sua ottima figura )
    A proposito di cinema ,dicevi che hai trovato delle analogie con il podista Forrest Gump , che andava sempre avanti , non è che continui il viaggio pedalando qua e là e ti ritoviamo in quel di FIDEL ??? ma !!, facci sognare .
    me ne vado a letto , un abbraccio e a presto .

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  2. Bravo caro Diego. de Robertone con il Siverado!!

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  3. I am happy to see that you made it to Savannah. Yes, quite a beautiful city. I hope you noticed the "Spanish Moss" that I was telling you about.
    Hope to hear from you soon.

    Un abraccio,

    Robertone

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