giovedì 8 luglio 2010

2 luglio - in Kazakhstan



Prime pedalate da casa di Asia e in venti chilometri siamo alla frontiera col Kazakhstan. Il passaggio è meno complicato del previsto, le solite due chiacchiere con le guardie e il solito commento “italiani-mafia” che ci accompagna in ogni passaggio di frontiera fuori europa. Qui però è preceduto da un più originale “italiani-totocutugno”. Per la verità già ieri sera Asia ci aveva detto che l’unico personaggio italiano che conosceva era … (e qui abbiamo tremato): Toto Cutugno. Abbiamo cercato di approfondire e ci ha detto che lo ascoltano in italiano, senza traduzione, il che rende la cosa ancora più incomprensibile.
Il vero mistero della storia d’Italia non è la scomparsa di Majorana, ma la ricomparsa di Toto Cutugno, a 8.000 km di distanza. Comunque, tornando al problema frontiera, stamattina pensavo che alla prossima richiesta di nazionalità dichiarerò direttamente “italiano-mafia”, così ci risparmiamo tempo e battute scontate.
La pedalata è stata molto dura, caldo a 36°, niente ombra, solo steppe bruciate tutto intorno e strada in buona parte in salita con vento contro. Inizio difficile insomma, ma quando alla fine della tappa, al km 74, doveva esserci un hotel che invece non c’era, con il più vicino a 50 km, abbiamo cominciato veramente a preoccuparci, (soprattutto io che ero stremato). Al posto dell’hotel c’era un bar-ristoro e ai gestori abbiamo cominciato a chiedere ospitalità in tutti i modi: dormiamo sui tavoli, ci sdraiamo coi sacchi a pelo, in un corridoio: niente da fare, la donna manager è stata inflessibile. A quel punto però abbiamo realizzato dove eravamo: in un punto di ristoro e di approvvigionamento di acqua lungo la Via della Seta, che è la strada che stiamo facendo, mica la Meldola-Fratta Terme.
Così ci siamo seduti ad un tavolino, con l’idea che in un posto così qualcosa doveva per forza succedere. E infatti, dopo neanche mezz’ora Piero attacca bottone con due guardie private che escono da una camionetta. Hanno il compito di security su un tratto di strada, quella che stiamo percorrendo, dove si costruisce una nuova pipeline per il gas. Il loro tratto di pattugliamento finisce esattamente a 50 km da lì, dove si trova l’albergo più vicino. In un attimo caricano nel retro della jeep le bici e i bagagli e ci ritroviamo in hotel, con la prima doccia dopo 4 giorni, che festa!
Durante il trasferimento la chiacchierata coi poliziotti procede in modo stentato nonostante il russo ormai fluente di Piero, ma è subito chiaro che loro vogliono approfondire due argomenti: in che rapporti siamo con la mafia e Toto Cutugno.

3 commenti:

  1. Bravo zione avventuroso! ora è il tuo russo è addirittura "fluente"?? :-)

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  2. Sole a picco, 36°C e salita con vento contrario. Io avrei rimpianto alle lacrime la Meldola-Fratta Terme!
    Diego, leggendoti mi è venuto caldo e ho acceso il condizionatore.

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  3. Ciao Diego,

    Si è iscritto anche il grande Franz Bicoli.
    Preparati che arriva ...

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