mercoledì 7 luglio 2010

29 giugno - partenza




La prima cosa da dire è che il viaggio doveva essere diverso: una pedalata tutta in Kyrghizstan, paese di grande interesse paesaggistico e umano e considerato senza rischi, almeno fino a febbraio, quando comprammo i biglietti aerei e nessuno poteva prevedere guerre civili o disastri umanitari, cosa che invece è successa tra aprile e giugno. Questo per dire che non era nostra intenzione pedalare in mezzo a crisi umanitarie, ma la compagnia aerea non ci ha cambiato i biglietti e allora abbiamo preso il visto per il Kazakhstan, paese confinante e imparentato strettamente con questo. Il piano quindi è diventato: sbarcare a Bishkek, capitale kirghisa, dopo una breve visita passare il confine e pedalarci il Kazakhstan, vedendo le principali città per dirigerci poi ad est verso il confine con la Cina. A quel punto vedremo come rientrare in Kyrghizstan per il ritorno.
Quest’anno con me c’è Piero, ciclista meldolese di fama internazionale, con cui ho condiviso un paio di viaggi importanti in passato.
Il viaggio aereo è andato bene, con un cambio di volo a Mosca, dove già si avverte un’aria diversa. Nella sala di attesa dell’aeroporto facce rubizze e occhi chiari di russi, zigomi larghi da mongoli, miscugli affascinanti di mille altre razze, forse un assaggio di quello che vedremo nelle prossime settimane. Nell’aria un misto di odori di aglio, di carne, di umanità, che si mescola ai profumi costosi dei duty free. E’ già oriente.

(Nota: il sito blogger.com è oscurato in Kazakhstan, per motivi di censura. I post di Diego vengono così caricati direttamente dal supporto tecnico italiano. Tutti i vostri commenti gli saranno comunque tempestivamente trasmessi!)

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