mercoledì 22 luglio 2009

21 luglio - Massachussetts







Sono partito dalla ciclabile di Joe Nowak.
Anche questa, come quella di Burlington, è costruita su una vecchia ferrovia dismessa, corre lungo il fiume e se questo non bastasse a definirne il pregio, è costantemente attraversata da leprotti, scoiattoli e altra fauna. Non capisco perchè anche in Italia non prendiamo sul serio questo fatto di trasformare le ferrovie dismesse in piste ciclabili. So che c'è un progetto di legge sostenuto dalla FIAB - Federazione Amici della Bicicletta, e che qualche regione sta facendo qualcosa, ma mi sembra troppo poco e troppo lentamente. L'Austria ha costruito un modello turistico sulla percorribilità del paese in bici, noi potremmo facilmente fare altrettanto.
Il Massachussett è un Vermont un pò scartolato, nel senso che anche qui verde, belle case, ecc., ma ogni tanto affiora una crepina, un magazzino abbandonato, una casa degradata, un capannoncino, insomma qualche segno da pianura padana, anche se nel complesso siamo su uno standard niente male.
Il problema vero continua a essere la pioggia, oggi 6 ore di acqua consecutive, che mi hanno costretto a prendere un hotel, ma sono reduce da una settimana di camping e per la verità l'ho fatto senza fatica, così sono approdato a questo "The Hart": caminetto, hall con pianoforte, arredamento in legno, stanze bellissime, 100$ a notte. La pioggia continua per tutta la sera e ceno qui, dove incrocio un tipo che è reduce dall'Appalachian Trail.
L'Appalachian è il "gange" dei camminatori americani, qualcosa di simile al Camino di Santiago per gli europei. E' un percorso di 2.000 miglia e richiede sei mesi per essere completato, è il più lungo sentiero tracciato del mondo. Nel 2008 circa 1.800 persone hanno cercato di completarlo, in 480 ci sono riusciti. Questo Jonathan è in viaggio da quattro mesi, quindi ne ha ancora due per finire, ogni 7/8 giorni esce dal sentiero per cercare un albergo e ripulirsi, poi rientra perchè il percorso è tutto in foresta e si fa con tenda e sacco a pelo, niente rifugi.
Mi dice che ci sono persone di tutte le parti del mondo che lo fanno, sia a gruppi che da soli come lui. Mi dice anche che ogni camminatore lungo il sentiero ha un soprannome, il suo è Slagline, con il quale si presenta agli altri. Anche lui tiene un blog. Ma come fa? Ha un blackberry alimentato a pile ricaricabili e mi dà le coordinate per rintracciarlo. Gli spiego che anch'io nel mio piccolo...
Gli dico che c'è un libro divertente di Bill Bryson, scrittore-viaggiatore americano, che racconta del suo cammino sull'Appalachian Trail, ma naturalmente lo conosce già.
Questo Appalachian Trail lo incrocerò ancora tra qualche settimana, quando in Virginia percorrerò la strada delle Blue Ridge Mountain, lì il sentiero e la strada corrono paralleli e gli incontri tra ciclisti e camminatori sono frequenti.

Nota per tutti - Grazie per i commenti. Non riesco a rispondere per ragioni di tempo ma li leggo e li apprezzo molto.

1 commento:

  1. diego , purtroppo mi sono perso alcuni giorni . stasera ho riletto i tuoi racconti ed in alcuni passaggi hai dimostrato dei tentennamenti sul nostro obbiettivo finale , non è da te . e poi bada bene abbiamo puntato grosso , ed é inimmaginabile che tu non arrivi in florida , anche perche il sottoscitto finalmente sta imparando ad usare stò c. di c.di conseguenza piu stai in america più pratico divento. sarà !Diego sperando che nei prossimi giorni non piova . ti do la buonanotte ! CIAO !

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