venerdì 24 luglio 2009

23 luglio - For sale






Stamattina sono passato davanti al B & B che non ho scelto ieri e ovviamente era il posto più bello del mondo. Comunque il soggiorno al camping di Yogi e Bubu ha avuto almeno un risvolto positivo: ho fatto il mio primo bucato. Ora, io non ho mai fatto il bucato in vita mia e non so neanche cone funziona una lavatrice, ne sono anche orgoglioso devo dire, ma in un viaggio così lungo è ovvio che la necessità c'è e quindi bisogna imparare un minimo di tecnica per usare le lavanderie automatiche. Alla lavanderia del campeggio per fortuna è presente una campeggiatrice massaia che mi spiega tutto il funzionamento e mi presta il suo Tide, sì proprio il Tide, pensavo fosse morto insieme ai caroselli degli anni '60. Morale della favola, io apprendo rapidamente e dopo un'ora e un quarto faccio uscire dall'asciugatrice un mucchio di panni caldi e profumati, come un buon pane. Ho capito di essermi perso molto in questi anni.
La massaia campeggiatrice media, oltre a fare il bucato si occupa della spesa e di far da mangiare (tranne il fuoco), praticamente le stesse cose che fa a casa, ma qui le fa in calzoncini corti. Il marito campeggiatore pascola i due figli in piscina o al fiume, si piazza su una sdraio e beve enormi bicchieroni di coca con ghiaccio. Nel pomeriggio compra la legna per il fuoco e lo accende per la cottura delle carne. Entrambi pesano in media dai 100 ai 130 kg, i due figli in proporzione. Tutta la famiglia insieme pesa come un villaggio africano, ma è più allegra.
Si tratta comunque di buona gente, lo dico senza ironia; probabilmente hanno lavorato duro per un anno per permettersi questa vacanza. L'altro giorno, ad esempio, i campeggiatori miei vicini, vedendomi armeggiare con un coltello intorno a una scatoletta, mi hanno portato l'apriscatole regolamentare, e non me l'hanno prestato, me l'hanno regalato. Hanno detto che ne avevano degli altri. Ecco, qui scatta la domanda veramente interesssante, perchè ne avevano degli altri?
La risposta è semplice. Qualunque cosa si acquisti nei supermarket viene venduta in quantità o formati assurdamente sovradimensionati. Ieri per esempio volevo comprare una birra in negozio, ma non è stato possibile, perché ci sono solo confezioni da 12 e qualcuna da 6 (per i single evidentemente). E questo vale per qualsiasi prodotto, compresi gli apriscatole, ed è facile capire perché la gente si ritrova con tante cose di troppo. Questa filosofia del consumo per il consumo, cavalcata dall’industria e dalla distribuzione, qui è stata spinta all’inverosimile, ma la crisi costringerà a ripensarla.
Intanto la gente sa cosa fare: mette in vendita le cose. Le strade sono piene di cartelli “For Sale”, su auto, barche, moto, roulotte, autobus, tutto. Da quello che vedo passando, una casa su quattro è in vendita, ma chi può comprare oggi?

1 commento:

  1. ero rimasto che stavi entrando in un cartone animato ,ti ritrovo esperto lavandaio! S ei da urlo , Diego . Oggi il buon Ibra si è tolto dalle palle . direi che come cambio non siamo andati poi così male , te lo comunico dato che vorrei evitarti la figuraccia di non saperlo nel caso che qualche massaia americana ti informasse di ciò .(Nocentini maglia gialla al tuor ). Diego data l ora tarda ti saluto , mi raccomando non esagerare coi K m giornalieri . ciao werther

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