mercoledì 5 agosto 2009

4 agosto - Delmarva



Stamattina sono partito in ritardo perché volevo riparare alcune cose che in queste settimane hanno iniziato a rompersi/deteriorarsi sulla bici: copertura manubrio tagliata, reti di supporto del carrello rotte e copertone posteriore completamente liscio. L’operazione manutenzione non è servita a molto, dopo 45 km ho forato, e la cosa non sarebbe stata drammatica, ma lì ho scoperto di avere fatto un grosso errore: ho cambiato i cerchioni di tutte le ruote prima di partire, ma ho portato con me delle camere d’aria di riserva che non si adattano ai nuovi cerchi, quindi non servono a niente. Lì per lì ho riparato il buco con mastice e toppa, ma male evidentemente, perché la ruota si sgonfiava dopo 2/3 km, così ho fatto gli ultimi 20 km fermandomi a rigonfiare costantemente ed è stata una fatica bestiale. Ho preso un motel lungo la strada e qui ho fatto la riparazione per bene. Solo che ho bisogno comunque di una camera d’aria di ricambio e di un copertone nuovo perché questo è andato. Ho individuato un negozio di bici non lontano e domani spero di risolvere.
Delmarva, il nome della penisola che ora sto risalendo, è un acronimo di Delaware, Maryland e Virginia, essendo divisa fra questi tre stati. Agli americani gli acronimi piacciono molto, li infilano dappertutto. Era uno dei miei obiettivi vedere questa zona, insieme al lago Champlain, New York, Washington, gli Appalachi e un paio di altre cose. Avevo letto su una rivista americana di un posto lontano dal mondo, con piccoli villaggi di pescatori, zone umide e parchi, ma finora di tutto questo io ho visto poco. Forse sto facendo le strade sbagliate, ma anche nei parchi nazionali, dove mi sono fermato, le foreste mi sembrano molto giovani e la natura non particolarmente spettacolare. A proposito di zone umide, il clima è decisamente cambiato rispetto al nord. Da New York in giù ho messo via il sacco a pelo pesante, per qualche giorno ho usato il sacco lenzuolo e ora neanche quello. Il caldo è sopportabile, siamo sui 28-30 gradi, ma l’umidità è molto pesante. Tutti mi dicono che in Georgia e Florida sarà insostenibile. Ieri un pedalatore che mi si è affiancato per qualche km mi ha detto: “Ci sono solo tre cose brutte in Florida: giugno, luglio e agosto”, e si riferiva appunto all’umidità. Comunque, con i modesti e faticati 65 km di oggi sono arrivato a 1.490. Domani, passando i 1.500 km, questo diventa il terzo giro più lungo di sempre. Ma per i record ci sarà tempo.

1 commento:

  1. Good morning , Diego. Non abbatterti mai !
    ti saluto , vado in bottega . werther

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